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A Roma oltre 42 sale abbandonate: venerdì 14, il dibattito sulla riapertura al Cinema delle Provincie

Edoardo Iacolucci

Aggiornamento: 14 mar

Appello di attori e registi, evento pubblico il 14 marzo al Cinema delle Provincie con Anna Foglietta e Massimiliano Smeriglio

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Cinema delle Provincie

Roma è la città di Cinecittà, del Cinema, ma anche delle sale cinematografiche dimenticate. Oggi sono oltre 42 le sale chiuse a Roma, un tempo luoghi centrali di cultura e aggregazione sociale, e adesso spazi vuoti, silenziosi, tra strutture fatiscenti e ignavia.


A gennaio si è acceso un primo segnale di speranza: attori, registi e operatori del settore hanno firmato un appello per la riapertura delle sale chiuse, anche in relazione alla discussione di una nuova legge regionale sul cambio di destinazione d’uso dei cinema.



Un incontro per riaccendere la cultura: appuntamento il 14 marzo

Per approfondire il tema e rilanciare il dibattito pubblico, venerdì 14 marzo alle ore 16:30 presso il Cinema delle Provincie, si terrà un evento aperto alla cittadinanza.Interverranno l'attrice Anna Foglietta, l'assessore capitolino alla cultura Massimiliano Smeriglio, introduce Francesca Del Bello, presidente del II Municipio. Modera Francesco Marioni, attore e regista.


Al Cinema delle Provincie, «No Other Land» vincitore dell’Oscar

A seguire, sarà proiettato in anteprima romana il documentario «No Other Land», fresco vincitore del Premio Oscar come Miglior Documentario.Il film, girato tra il 2019 e il 2023, racconta la resistenza di Basel Adra e di altri attivisti palestinesi nel villaggio di Masafer Yatta, opponendosi alla distruzione della propria terra. Un’opera potente, che dà voce a chi spesso non ne ha.


Riaprire i cinema si può: l’esempio virtuoso della Francia

L’incontro non sarà solo un momento di riflessione, ma anche di ispirazione. Nel 2024, la Francia ha registrato un’inattesa crescita di pubblico nelle sale cinematografiche, andando contro il trend globale. A Parigi sono state riaperte sei storiche sale cinematografiche, chiuse da decenni, grazie a una mobilitazione concreta di operatori culturali e cittadini.

Un segnale forte: riaccendere i proiettori è possibile, se si costruisce una visione condivisa e concreta.

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