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A Centocelle è stato rinviato lo sfratto della famiglia di Ahmed. Ora aspetta una casa popolare

Edoardo Iacolucci

Sfratto rinviato per la famiglia di Ahmed a Centocelle. Col sit-in di Unione Inquilini e il supporto di associazioni e forze politiche, ora si attende l’assegnazione di una casa popolare. Emergenza abitativa al centro del dibattito

Sit-in di Unione Inquiline in viale delle Gardenie
Sit-in di Unione Inquiline in viale delle Gardenie

In viale delle Gardenie 127, Centocelle, quartiere periferia Est di Roma, un presidio organizzato dall’Unione Inquilini ha ottenuto il rinvio dello sfratto della famiglia di Ahmed. Si tratta di una vicenda simbolo della crisi abitativa nella Capitale.


Ahmed, sua moglie e i loro cinque figli – tra cui una bambina con disabilità – si trovano in una situazione difficile dal 2017, quando stipularono un contratto di locazione a 850 euro al mese. Problemi economici hanno reso impossibile il pagamento dell’affitto, e nonostante l’udienza per la verifica della morosità sia fissata per marzo, il tribunale aveva comunque autorizzato lo sfratto. Grazie all’intervento del picchetto antisfratto di Unione Inquilini e al supporto di associazioni e forze politiche, lo sgombero è stato rinviato al 20 marzo.


Il ritardo delle graduatorie

La famiglia di Ahmed avrebbe diritto a un alloggio popolare, con un punteggio di 61 nella graduatoria per l’edilizia residenziale pubblica (Erp). Ma la pubblicazione della graduatoria attesa entro il 31 dicembre è slittata al 31 gennaio. Una situazione che il segretario romano di Unione Inquilini, Walter De Cesaris, ha definito già «barbara».


«Cinque minorenni, di cui una invalida - spiega - rischiano di essere lasciati senza un tetto a causa del ritardo delle istituzioni». Il Campidoglio aveva approvato una mozione per la sospensione degli sfratti, ma senza un decreto ministeriale, il provvedimento non è applicabile. «Le persone in difficoltà abitativa non sanno che siamo in pieno Giubileo - ha dichiarato De Cesaris - subiscono invece la brutalità della disuguaglianza».


Una crisi che richiede soluzioni strutturali

La vicenda della famiglia di Centocelle è solo un esempio di un problema più ampio che riguarda migliaia di famiglie in tutta la città. De Cesaris chiede interventi immediati e un sistema più efficiente per garantire il diritto a un alloggio adeguato. «Non bastano gli appelli morali – ha concluso – servono azioni concrete che mettano al centro i diritti delle persone».

Con il rinvio dello sfratto, la famiglia di Ahmed spera ora nell’assegnazione di una casa popolare, ma l’emergenza abitativa resta una questione aperta, che continua a interrogare la politica e le istituzioni.


Sit-in a Centocelle contro il «Giubileo degli sfratti»

La mobilitazione ha visto la partecipazione di diverse realtà associative, rappresentanti istituzionali e forze politiche. La famiglia, in attesa dell’uscita della graduatoria per le case popolari, spera ora in una rapida assegnazione di un alloggio adeguato. L’Unione Inquilini, promotrice dell’azione, ha sottolineato la necessità di garantire il cosiddetto "passaggio da casa a casa" per tutte le famiglie in condizioni di precarietà abitativa: «Non possiamo permettere che il 2025 venga ricordato come il "Giubileo degli sfratti"», ha commentato il segretario dell’Unione Inquilini di Roma, Walter De Cesaris.




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